Appalti pubblici e molestia statistica: cos’è e come combatterla

Quante volte accade che quando parte una procedura di affidamento si dedicano gran parte delle giornate ad inserire gli stessi dati in tutti i sistemi informativi messi a disposizione dagli organi istituzionali per i vari adempimenti previsti dalla legge?

Tante, troppe, e la riflessione di tanti è: “ma se inserisco le informazioni in questo sito istituzionale perché devo inserirle anche in altri “N” sistemi? Sono gli stessi dati relativi agli stessi affidamenti, ma non sarebbe più semplice e produttivo se questi dati potessero “viaggiare” tra un sistema e l’altro?”

La risposta è si: oltre a ridurre tempi e costi, velocizzando tutti i processi operativi che sono oggi appesantiti dai ritmi burocratici, si dimezzerebbero anche le possibilità di commettere errori di digitazione e gli operatori investirebbero certamente maggior attenzione nelle attività di data entry.

Sembra che il legislatore abbia accolto questa esigenza condivisa dalla maggior parte delle stazioni appaltanti ed abbia cominciato a buttare le basi per risolvere il problema.

Questa idea ha cominciato a concretizzarsi anche a livello formale, è questo infatti l’oggetto della Circolare dell’8 aprile 2014, n. 14 pubblicata dal MEF in relazione al monitoraggio delle opere pubbliche, in cui si sancisce il principio dell’univocità dell’invio delle informazioni introdotto dal D.Lgs. 229/2011, secondo cui “se le informazioni richieste che sono già presenti in altre banche dati non sono oggetto di ulteriore invio da parte delle amministrazioni, ma arrivano attraverso flussi di dati.”
L’applicazione di tali disposizioni certamente andrà ad arginare il problema della cosiddetta molestia statistica, quel meccanismo che obbliga gli operatori del settore appalti ad inviare dati simili sullo stesso oggetto a soggetti diversi, più volte e in tempi differenti.

L’idea dell’interoperabilità tra i sistemi informativi è un enorme passo in avanti verso un notevole snellimento del carico di lavoro che grava sulle stazioni appaltanti, ma è un processo che richiede analisi e tempo per la propria completa attuazione.
La sensibilità mostrata in tal senso dalle istituzioni competenti e tramutata in atti concreti ed ufficiali, fa però ben sperare affinché tutti i sistemi informativi vengano aperti per lo scambio delle informazioni rese disponibili anche per soluzioni tecnolgiche che possano fungere da punto di interconnessione tra i sistemi, interni ed esterni alla PA .

Quindi non disperate se i veri cambiamenti sembrano tardare, chi comincia è a metà dell’opera!